Editoriale – Numero 75 – 2020

Dopo due mesi di blocco, l’economia e l’industria europee si stanno riavviando, cercando di capire quale sarà il modo migliore per raggiungere la normalità. Non è così facile, poiché anche prima della pandemia correvano a due velocità, aumentando le differenze tra i paesi: le economie settentrionali erano come sempre veloci, quelle meridionali erano stabili, a rischio di stagnazione in Italia, meglio in Spagna e in Grecia.

La pandemia ha ottenuto il risultato di fermarli tutti, portandosi al minimo: nel settore delle macchine utensili, Cecimo, l’Associazione europea dei produttori, stima una riduzione del 25% da un anno all’altro. La previsione di un rimbalzo del 20% è solo una buona notizia per tutte le economie europee, se non addirittura su larga scala, per le economie mondiali.

Il rimbalzo è certamente, come correttamente sottolineato da Cecimo, una prova della forza e della capacità del settore di adattarsi alle nuove condizioni al contorno dovute alla riorganizzazione degli impianti, nuove regole nella fornitura di assistenza e consulenza tecnologica, nuovi ostacoli nei trasporti e Dogana; in breve, di fronte a un mondo in cui, dopo la pandemia, la circolazione di merci e persone sarà più dif cile, molte aziende dovranno ripensare la propria modalità operativa e trovare la strada per rifornire i propri clienti nonostante le dif coltà. Ciò è particolarmente evidente nei servizi post vendita e nell’assistenza delle macchine utensili, dove la possibilità di agire da remoto è ancora limitata e limitata ai macchinari più recenti già sviluppati sullo standard Industry 4.0.

Questo per dire che il rimbalzo forse è più dif cile del previsto e può coinvolgere settori inaspettati: l’industria e soprattutto i produttori di macchine utensili, hanno bisogno di misure immediate, se possibile a livello sovranazionale, per difendere l’economia europea, che è diversa dalla difesa delle economie dei singoli Stati . L’Unione europea sembra aver fallito la s da di affrontare la pandemia come una sola: il tema della solidarietà tra Stati e sussidi alle imprese, ai lavoratori e alle famiglie sembra essere lo scoglio contro cui affonderà la fragile barca europea. L’ef cienza e l’ef cacia nello sviluppo di un ambiente che sosterrà tutte le economie nei loro sforzi di ripresa sarà la grande possibilità di dimostrare che il sogno europeo è ancora attuale e realizzabile.