Morandi Steel: riposizionamento strategico del business. Dal commercio di tubi strutturali alle lavorazioni laser

Gli importanti investimenti degli ultimi anni in impianti, know-how e capitale umano hanno proiettato il business di Morandi Steel, azienda con sede a Flero, Brescia, nel futuro: da quasi 50 anni attiva nel settore della distribuzione dei tubi strutturali in acciaio, nel 2019 la sua offerta è stata profondamente rinnovata con l’integrazione di una gamma di lavorazioni laser 3D in grado di soddisfare le esigenze di personalizzazione dei clienti. Un rinnovamento così importante da riflettersi anche nell’evoluzione del nome dell’azienda, che da Morandi Spa è diventata Morandi Steel Spa.

Nata nel 1973 come ditta individuale di commercio di ferro, tubi e lamiere, in quasi mezzo secolo di storia l’azienda Morandi ha vissuto diverse evoluzioni: dalla commercializzazione di diverse qualità di tubi in acciaio, focus del business negli anni Settanta e Ottanta, alla distribuzione di tubi strutturali in acciaio, fino all’attuale offerta integrata di prodotti e servizi.

«È difficile raccontare cinquant’anni di storia di un’azienda in poche parole, trasmettendo emozioni, entusiasmi e delusioni di chi l’ha vista nascere, crescere e consolidarsi. Di certo si può raccontare l’obiettivo costante che ha motivato il lungo percorso fatto fino a qui: soddisfare il bisogno di conoscenza e innovazione di un mercato in evoluzione costante», racconta Emanuele Morandi, Ceo di Morandi Steel.

Grazie all’installazione della macchina per taglio e lavorazione laser 3D Lt 20 Jumbo Adige-Sys, l’azienda bresciana amplia il proprio mercato, con un’offerta integrata di prodotti e servizi all’insegna della personalizzazione. In netto miglioramento fatturato e redditività. La nuova macchina laser è in grado di eseguire taglio e lavorazioni laser complesse (forature, asolature, scantonature, intersezioni e tagli inclinati) su tubi di grandi dimensioni a sezione tonda, quadra, rettangolare e diverse sezioni chiuse e aperte in ferro o acciaio.

Il nuovo posizionamento – Il riposizionamento strategico è il risultato di un processo di ascolto delle esigenze di mercato iniziato da alcuni anni. Un’indagine approfondita, che ha evidenziato la mancanza di un player nella filiera capace di integrare i punti di forza di un distributore di prodotti siderurgici e quelli di un centro di lavorazioni che potesse fornire un tubo strutturale in acciaio davvero su misura delle richieste dei clienti.

«Il nuovo posizionamento è il frutto di un investimento importante, sia in termini di risorse che di energie, avviato negli ultimi due anni sulla base delle indicazioni raccolte tra i nostri clienti, attuali e potenziali: quella di avere in un unico interlocutore un punto di riferimento per la distribuzione e le lavorazioni di qualità. Ci siamo dunque mossi con una duplice esigenza: essere vicini alle richieste del mercato, indirizzandoci sui prodotti e servizi con marginalità maggiori» spiega Giorgio Maschietto, Direttore Generale di Morandi Steel.

I numeri di Morandi Steel – Nel 2018 il fatturato di Morandi Steel è cresciuto dell’8% rispetto all’anno precedente, attestandosi a 13,5 milioni di euro. Il margine operativo lordo ha registrato un valore di 490.064 euro, con un risultato netto di 175.945 euro. Nei primi tre mesi del 2019 i valori delle vendite sono in linea con l’ambizioso budget stimato dall’azienda.

Cecimo ha proposto dieci chiavi per definire gli obiettivi industriali dell’Unione europea

Cecimo, in occasione delle elezioni europee, ha proposto un Manifesto ai capi di Stato e di governo, con dieci raccomandazioni chiave al momento di definire la futura politica industriale dell’Unione europea e di fissare le priorità annuali e pluriennali. Cecimo, a livello globale, rappresenta la posizione comune delle industrie europee delle macchine utensili e delle relative tecnologie di produzione e promuove la cooperazione con altre organizzazioni in tutto il mondo. Incoraggia la ricerca e l’innovazione guidate dalle esigenze presenti e future del mercato e contribuisce a plasmare le politiche di ricerca e innovazione dell’Unione. È anche coinvolta in molti progetti finanziati dall’Unione e incoraggia le imprese a partecipare a programmi nazionali ed europei.

Ecco le dieci raccomandazioni chiave di Cecimo: collocare l’industria in cima all’agenda politica del Parlamento europeo e della Commissione europea durante il prossimo ciclo istituzionale (2019-2024) e nominare un vicepresidente della Commissione europea per l’industria; Proseguire i progressi nell’agenda del mercato unico digitale e sviluppare una politica industriale per l’era digitale – migliorando le infrastrutture digitali, creando fiducia nei dati, consentendo l’automazione ed eliminando le difficoltà di digitalizzazione; Garantire il finanziamento necessario e il sostegno politico per circoli virtuosi di valore strategico e tecnologie innovative nel prossimo bilancio dell’Unione, per accelerare la trasformazione industriale – investendo in programmi di ricerca, innovazione, competenze e sviluppo digitale delle capacità, insieme a incentivi fiscali e altri strumenti finanziari; Promuovere la reciprocità con i partner commerciali e proporre un’agenda commerciale più assertiva dell’Unione europea, in particolare nei confronti della Cina e degli Stati Uniti; Colmare il divario di competenze nei campi delle nuove tecnologie come l’intelligenza artificiale, la produzione additiva, l’industria 4.0 e la digitalizzazione; massimizzare i benefici per le imprese promuovendo strategie e iniziative legate alle attività di ricerca, ai banchi di prova, ai progetti di investimento dell’Unione europea e nazionali e alle competenze industriali; Rimanere al posto di guida per la standardizzazione e migliorare il processo per lo sviluppo e il riferimento degli standard europei e internazionali per il settore manifatturiero; Garantire la protezione dei diritti di proprietà intellettuale europea, i segreti industriali riservati e le serie di dati a livello europeo e internazionale; Essere cauti nel considerare la necessità di rivedere la legislazione dell’Unione europea, ad esempio nel caso della direttiva macchine, per evitare di regolamentare troppo presto le nuove tecnologie e soffocare l’innovazione; Salvaguardare gli investimenti industriali e garantire la certezza del diritto, promuovendo un processo decisionale basato su elementi concreti e assicurando che la legislazione futura sia a prova di futuro e neutrale dal punto di vista tecnologico, in settori vitali per la competitività industriale dell’Unione europea, come le emissioni di CO2; Semplificare ulteriormente la direttiva sul distacco dei lavoratori per quanto riguarda gli obblighi della direttiva. La libertà di movimento e di servizi in tutta Europa

Caleotto investe e punta su nuovi mercati

Caleotto, azienda siderurgica specializzata in laminazione, investe in nuove tecnologie, con il calibratore quattro passi, strumento che potenzierà la produzione aziendale e amplierà le competenze professionali nella direzione di tre parole chiave: ricerca, sviluppo e crescita, ma anche professionalità e determinazione, che hanno permesso di colmare alcuni gap tecnici con il resto d’Europa.

L’obiettivo di Caleotto è consolidare il mercato in Italia e ampliarlo alla Germania, attraverso il miglioramento della qualità e l’ampliamento della gamma prodotti, nel rispetto dei canoni di sicurezza, garanzia e ambiente.

Quello su cui ha investito Caleotto è il primo calibratore di questo tipo installato in Italia e punta su qualità, tecnologia laser per la misurazione continua del profilo e collaborazione più stretta col Politecnico di Milano – Polo territoriale di Lecco.

Il nuovo calibratore è fornito dalla tedesca Sms Meer, parte dell’impiantista di caratura mondiale Sms Group. Il sistema di misurazione laser del calibratore offre la certezza che le tolleranze dimensionali restino nei limiti desiderati.

I numeri – Lo stabilimento a Lecco di Caleotto si estende su un’area di 96mila metri quadrati, di cui 47mila coperti e lo scorso anno ha superato la soglia dei 100 dipendenti. Nel 2018, il fatturato è cresciuto del 7,7%, arrivando a 98 milioni di euro. Il totale degli investimenti del triennio 2016-2018 ammonta a circa 20 milioni di euro.

Il calibratore non è l’unico nuovo impianto di Caleotto, che ha anche realizzato un loop per la produzione di acciai termomeccanici e un nuovo pozzo per la formatura delle matasse. Sarà installata a breve una nuova pressolegatrice, per il miglioramento del confezionamento del prodotto.

Domenico Campanella, presidente di Caleotto, ha commentato così i successi della sua compagnia: «Oggi si chiude la prima fase della nostra storia nata nel 2015, con efficienza e qualità. La sfida è riuscire a competere in un mercato sempre più complesso, proseguendo nel percorso intrapreso. Gli obiettivi erano ambiziosi, ma dopo quattro anni, possiamo dire di averli raggiunti e il bilancio lo dimostra. Questi investimenti daranno nuova energia e nuovi stimoli per i prossimi anni, migliorando la gamma di produzione».

Lorenzo Angelini, amministratore delegato di Caleotto, è dello stesso parere: «Pensiamo di collocarci in un mercato sempre più europeo. L’obiettivo dell’azienda è inserire personale e continuare a investire».

«L’ulteriore elemento che ci ha permesso di vincere la sfida del rilancio – spiegano i due manager di Caleotto – è senza dubbio l’inserimento di molti giovani tra cui, negli ultimi due anni, 6 neolaureati in ingegneria del Politecnico di Milano – Polo territoriale di Lecco, col quale abbiamo instaurato da subito un ottimo rapporto di collaborazione. Ovviamente non ci fermiamo, consapevoli che il mercato ci metterà presto di fronte a nuove sfide, per le quali ci stiamo già preparando».

Il nuovo impianto è stato presentato durante “Made in Steel”, il più importante evento del sud Europa dedicato all’intera filiera dell’acciaio, evento ideato da siderweb, la community dell’acciaio, evento che riunisce la filiera dell’acciaio per riflettere sul futuro del settore. Il titolo di questa ottava edizione è stato Steel Human, Sustainability and innovation, per cercare di capire come l’industria globale dell’acciaio possa ridurre l’impatto ambientale e rinnovare i suoi prodotti senza perdere competitività.